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ONE DAY OUT
Escursioni giornaliere

Avvicinamento e Punto di Partenza
L’avventura per il Pizzo di Trona inizia dal parcheggio di Pescegallo, situato a 1454 m di quota. Qui, lungo un’ampia strada sterrata, il percorso si apre con un avvicinamento che vi conduce verso una baita visibile oltre la stazione della seggiovia. Un chiaro cartello indicatore vi indirizza lungo un sentiero che si addentra in una zona boschiva, preludio a un’esperienza che unisce il fascino dell’alpinismo leggero a panorami mozzafiato.
Durante questo tratto, il paesaggio muta gradualmente, passando da ampi spazi aperti a aree più ristrette e rocciose, anticipando la salita impegnativa che vi attende. L’avvicinamento è caratterizzato da una calma quasi meditativa, dove ogni passo vi avvicina non solo alla vetta del Pizzo di Trona, ma anche alla scoperta di antichi sentieri e memorie del territorio.

Descrizione del Percorso per il Pizzo di Trona
Una volta lasciato il piazzale del parcheggio di Pescegallo, si intraprende una strada sterrata che vi conduce verso una piccola baita, simbolo di accoglienza in quota. Da qui, il sentiero – segnalato con bolli e indicazioni – si fa sempre più tecnico, costellato di tornanti che disegnano il ripido versante della Val Tronella. Lungo il percorso, attraverserete zone pianeggianti, punteggiate da una fontana e da antiche strutture rurali, che testimoniano l’occupazione del territorio sin dai tempi passati.
Successivamente, il percorso si inoltra lungo una stradina ben marcata che taglia il versante nord-occidentale del Pizzo del Mezzodì, conducendovi a un’insellatura a circa 1900 m. Da questo punto, si scende brevemente verso la bianca palazzina del Lago di Trona, simbolo della presenza umana in un ambiente altrimenti selvaggio. La salita per il Pizzo di Trona continua lungo un muraglione artificiale della diga, per poi rimontare un dosso adiacente che vi porta sul pendio di sfasciumi rossastri, ricco dei resti di antiche miniere di ferro.
Il tratto più impegnativo si presenta quando, superato il secondo bacino artificiale – il Lago dell’Inferno a 2085 m – si accede alla cresta che unisce il Pizzo di Trona ai Dentini di Trona. Questo tratto, definito “la cavallina”, è caratterizzato da una fessura affilata e da un “lastrone” che richiede concentrazione, determinazione e kit da ferrata. Infine, una successione di canali e camini vi condurrà al punto più alto del percorso, la vetta terminale a 2510 m, coronata da una croce in ferro che segna il traguardo: il Pizzo di Trona.
Le Mani sulla Roccia
La Seconda Cima della Val Gerola, il Pizzo di Trona, pur essendo di pochi decine di metri inferiore al famigerato Pizzo dei Tre Signori, si distingue per la sua forma piramidale slanciata, che sfida chiunque decida di affrontarla. In alcuni tratti, il percorso prevede l’emozionante esperienza di “mettere le mani sulla roccia”. Questa sezione, che non richiede attrezzature specifiche se non per alcuni spezzoni particolarmente esposti, è il momento clou per gli escursionisti più audaci. L’uso di catene, presenti in alcuni passaggi, offre un supporto fondamentale, ma l’essenziale rimane la capacità di affrontare la roccia con passo sicuro e senza timore di altezza.
L’esperienza è stata definita dai locali come “un abbraccio della montagna“, dove il contatto diretto con la roccia diventa quasi rituale. Molti raccontano di sentire un’energia particolare in questi momenti, come se le pietre, testimoni silenziose dei secoli, trasmettessero antiche storie e segreti.
Storia e Curiosità
La Seconda Cima della Val Gerola è avvolta in un alone di mistero e tradizione. Si narra che un tempo, il suo toponimo locale fosse “Piz di Vespui” – dal termine vèspiri, in riferimento ai crepuscoli infuocati che si ammantavano di colori intensi la montagna. Secondo alcune leggende, insieme al “Piz de la Matina” e al “Piz dul Mezdé”, questa cima formava una sorta di meridiana naturale, che segnava i ritmi del tempo e della vita nel passato.
Nel corso dei secoli, la montagna è stata teatro di numerosi aneddoti: racconti di pastori che guidavano le greggi attraverso sentieri impervi, di cacciatori che seguivano il richiamo della fauna selvatica, e di alpinisti che, armati di coraggio, hanno sfidato le pendenze più ripide. Queste storie, tramandate oralmente e arricchite da un pizzico di mito, contribuiscono a rendere l’esperienza in quota ancora più intensa e significativa.
Alcune vecchie mappe topografiche riportano tracce di miniere di ferro, testimonianza di un passato industriale nascosto tra le rocce. Ricerche recenti hanno fatto luce su antichi scavi e resti di edifici adibiti alla lavorazione del metallo, che confermano l’importanza economica della zona in epoche remote.

Cibo, Fauna e Flora
Il territorio che abbraccia la Val Gerola e le sue cime offre molto più di panorami spettacolari: è un luogo in cui la natura e la tradizione culinaria si fondono in un connubio unico. Nei rifugi e nelle baite montane si possono gustare piatti tipici, preparati con ingredienti locali di altissima qualità. Tra le specialità della zona, spiccano formaggi artigianali, salumi stagionati e il celebre “pane di montagna“, che accompagna magnificamente ogni pasto. I vini prodotti nelle valli circostanti, spesso a base di uve autoctone, completano un quadro gastronomico ricco e variegato.
La fauna locale è altrettanto affascinante: tra gli animali che popolano queste aree, è possibile avvistare camosci, volpi e numerose specie di uccelli rapaci, come il falco pellegrino e l’aquila reale. Questi animali, simboli di libertà e potenza, contribuiscono a creare un’atmosfera quasi selvaggia, dove ogni incontro con la natura diventa un’esperienza memorabile.
Traccia GPS percorso integrale della Seconda Cima della Valgerola
Se volete saperne di più sulle Vie Ferrate e come affrontrale:
Se non hai molta dimestichezza con le tracce GPS, guarda anche questo tutorial:
Conclusioni
Questa escursione sulla Seconda Cima della Val Gerola, il Pizzo di Trona rappresenta un connubio perfetto tra tecnica, natura e tradizione. Dall’avvicinamento dal piazzale Fupes fino alla salita lungo sentieri impervi e creste affilate, ogni tratto del percorso racconta storie di antichi laboratori minerari, di pastori erranti e di alpinisti che hanno sfidato la montagna per ammirare panorami indimenticabili.
Se amate le sfide, la storia e la natura, questo itinerario vi offrirà emozioni uniche: potrete sentire il brivido di “mettere le mani sulla roccia”, ammirare i colori e i profumi della flora montana e gustare, al termine dell’avventura, il piacere di condividere un pasto tipico in un rifugio d’alta quota.
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Il Capitano dei Camminatori Cretini